Diritto al salario minimo nel Cantone Ticino

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Diritto al salario minimo nel Cantone Ticino

Pubblicato: 28.05.2025 / Modificato: 28.05.2025
Il Cantone Ticino è uno dei pochi cantoni in Svizzera ad aver inserito il diritto a un salario minimo nella propria costituzione. Tale disposizione mira a contrastare il dumping salariale, a tutelare ǝ dipendentǝ e a garantire loro un «tenore di vita dignitoso».
Flags of all the Swiss cantons hang in front of a building on a sunny day.

La garanzia del salario minimo è in vigore dal 2021 e deve assicurare un reddito che consenta un «tenore di vita dignitoso» (art. 13 cpv. 3 Cost./TI). Tale garanzia trova applicazione laddove non sia già previsto un salario minimo da un contratto collettivo di lavoro (CCL) e l’importo minimo viene adattato in funzione dell’attività svolta e del settore economico interessati. Nel 2025, il salario minimo è compreso tra 20 e 20.50 CHF all’ora.

Questa disposizione richiama i principi garantiti da trattati internazionali, in particolare dal Patto ONU I sui diritti economici, sociali e culturali, ratificato dalla Svizzera. Tale patto riconosce il diritto a una retribuzione che assicuri un’esistenza decorosa. Il Cantone Ticino attua questo diritto a livello cantonale, contribuendo così a rafforzare la protezione delle persone attive professionalmente.

Storia

Nel 2015, la popolazione ticinese ha approvato l’iniziativa popolare «Salviamo il lavoro in Ticino», introducendo così il diritto a un salario minimo nella costituzione cantonale. Due anni più tardi, il Tribunale federale ha riconosciuto che i Cantoni hanno la competenza di introdurre salari minimi, sottolineando che questo strumento di politica sociale mira principalmente a combattere la povertà lavorativa e a rispettare la dignità umana (DTF 143 I 403, consid. 7.5.3).

Al momento dell’iniziativa, le posizioni a basso salario costituivano un quarto degli impieghi in Ticino (in confronto la media nazionale era pari al 10 %).

Effetti nella vita quotidiana

Giangiorgio Gargantini, segretario regionale di UNIA, sottolinea: «Il salario minimo ha permesso di instaurare una sorta di ‘soglia salariale dignitosa’ molto importante, pur se il suo livello di 20 CHF risulta sempre troppo basso per avere un reale e tangibile effetto positivo sul mercato del lavoro ticinese.»

Secondo il rapporto dell’Istituto di Ricerche Economiche (IRE) dell’Università della Svizzera italiana, l’introduzione del salario minimo ha comportato un notevole aumento delle retribuzioni nei settori dei bassi salari. Anche Gargantini rileva che, grazie all’attrattività dei nuovi salari minimi, alcuni rami professionali si sono riaperti al lavoro di persone residenti. Si osserva inoltre un leggero aumento dei salari anche in categorie professionali con retribuzioni già superiori al minimo legale.

Risonanza nazionale e intercantonale

Oltre al Ticino, anche i Cantoni di Neuchâtel, Giura, Ginevra e Basilea Città hanno introdotto salari minimi, con importi compresi tra 20 CHF e oltre 24 CHF all'ora. Nonostante diversi ricorsi, il salario minimo ticinese è stato confermato dal Tribunale federale – anche in casi in cui delle imprese avevano concluso CCL con salari più bassi poco prima dell’entrata in vigore della legge. Il Tribunale ha affermato che il salario minimo non limita in modo sproporzionato la libertà economica (2C_302/2020, consid. 8.7).

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