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Diritto all’utilizzo della lingua dei segni italiana nel Cantone Ticino

La Costituzione cantonale stabilisce che le persone con disabilità uditiva, sordocecità o disturbi del linguaggio hanno il diritto di comunicare nella LIS nei rapporti con le amministrazioni e i servizi degli enti pubblici (art. 13a cpv. 4 e 5 Cost./TI).
Questa disposizione è un’applicazione di principi sanciti da convenzioni internazionali in materia di diritti umani, in particolare la Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità (CDPD), la quale impone agli Stati parte a promuovere l’uso della lingua dei segni nella comunicazione pubblica, nell’istruzione e nella partecipazione alla vita pubblica.
Storia
Il riconoscimento ufficiale della LIS è in gran parte dovuto all’impegno della Federazione Svizzera dei Sordi (FSS), che considera la LIS non solo uno strumento di accessibilità, ma anche un mezzo per l’inclusione di una minoranza linguistica.
L’iniziativa parlamentare in merito è stata accolta all’unanimità dal Gran Consiglio, e nel mese di ottobre 2022, l’86 % della popolazione votante ha approvato la modifica costituzionale. L’emendamento è entrato in vigore all’inizio del 2023. Dopo Zurigo (DSGS, tedesco) e Ginevra (LSF, francese), il Ticino è il terzo Cantone ad aver inserito nella propria Costituzione il riconoscimento della lingua dei segni.
Effetti nella vita quotidiana
La rappresentante della Svizzera italiana presso la FSS, Laura Sciuchetti-Sadikovic, ha dichiarato: «Dopo l’approvazione del riconoscimento della lingua dei segni, il Ticino ha adottato alcune misure concrete, tra cui la messa a disposizione di informazioni relative alle votazioni cantonali in lingua dei segni italiana, per garantire una maggiore accessibilità. Tuttavia, al di là di questa importante iniziativa, l’utilizzo della lingua dei segni in settori centrali come ospedali e scuole resta molto limitato.»
L’inserimento della LIS nella Costituzione cantonale costituisce una base giuridica concreta per rivendicare i propri diritti. Le istituzioni pubbliche ticinesi sono ora tenute a garantire una comunicazione accessibile, ad esempio tramite la presenza di interpreti LIS.
Sciuchetti-Sadikovic sottolinea che in ambito scolastico è possibile appellarsi a questo diritto per ottenere misure di compensazione adeguate in assenza di interpreti durante gli esami. Anche nel settore culturale e mediatico si sta lavorando per promuovere una maggiore inclusività.
Risonanza nazionale e intercantonale
Con il riconoscimento della LIS, il Cantone Ticino ha compiuto un passo verso una società più inclusiva e attenta alla diversità linguistica. Al contempo, emerge l’esigenza di una regolamentazione chiara anche a livello federale, ad esempio attraverso una mozione che propone una legge sul riconoscimento delle lingue dei segni svizzere.
Anche altri Cantoni, come Basilea Città e Zurigo, si sono mossi verso una maggiore inclusione delle persone con disabilità, garantendo l’accesso senza ostacoli agli edifici pubblici. Questi esempi confermano che l’inclusione è una responsabilità condivisa tra i Cantoni.