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Anziane per il clima: l’ISDU segnala carenze persistenti nell’attuazione

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Anziane per il clima: l’ISDU segnala carenze persistenti nell’attuazione

Dall’aprile 2024, l’attuazione della sentenza «Anziane per il clima» da parte della Svizzera è monitorata dal Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa. Una nuova valutazione è prevista per settembre 2025, ragion per cui la Svizzera ha presentato lo scorso mese di giugno un secondo rapporto al Comitato dei Ministri. Dal documento emerge che alcune esigenze determinanti della sentenza non sono ancora state soddisfatte, come spiega l’ISDU nella sua presa di posizione.

Photo taken from the back of the room of the Committee of Ministers, an organ of the Council of Europe, in Strasburg.

Secondo esame da parte del Comitato dei Ministri

Il Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa riesaminerà tra il 17 e il 19 settembre 2025 l’attuazione della sentenza «Anziane per il clima» da parte della Svizzera.

Le misure descritte nel primo rapporto d’azione della Svizzera erano già state giudicate insufficienti dall’ISDU in una presa di posizione dello scorso mese di gennaio. Nel successivo mese di marzo anche il Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa aveva invitato la Svizzera ad aggiustare i provvedimenti politici e giuridici in materia di clima su alcuni punti essenziali.

Nella sua seconda presa di posizione, l’ISDU chiede in particolare che la Svizzera sia nuovamente esortata a presentare un metodo adeguato per calcolare la propria quota equa di emissioni di gas serra rispetto al bilancio globale di CO2 ancora disponibile. Un simile metodo rappresenterebbe anche per altri Stati un utile riferimento. Permetterebbe inoltre di affrontare un problema centrale delle misure di protezione del clima, ossia la tendenza degli Stati a trasferire la riduzione delle emissioni e la connessa responsabilità in materia di diritti umani ad altri Stati.

Ancora nessun bilancio CO2 valido e incertezze sulla possibilità di adire le vie legali

Nella sua presa di posizione, l’ISDU giudica positivamente le informazioni supplementari e le spiegazioni fornite dalla Svizzera in merito alle misure climatiche già attuate e pianificate. Constata tuttavia che la Svizzera non soddisfa ancora esigenze essenziali della sentenza. In particolare:

•     La Svizzera ancora non quantifica una quota nazionale adeguata ed equa del bilancio globale residuo di CO2. Si limita a sommare le emissioni previste fino al 2050 dalla propria strategia climatica già pianificata. La valutazione dovrebbe invece basarsi sulla parte del bilancio globale che la Svizzera può ancora utilizzare, tenendo conto di considerazioni di equità.

•     Le emissioni pianificate dalla Svizzera per il periodo 2020–2050 corrispondono allo 0,33 % del bilancio globale (0,66 Gt CO2eq nel periodo 2020–2050), mentre il Paese rappresenta solo lo 0,11 % della popolazione mondiale. La Svizzera prevede quindi di emettere tre volte più gas serra di quanto le spetterebbe in base a una ripartizione pro capite.

•     Nella sua comunicazione, la Svizzera spiega che la propria strategia climatica non si fonda su considerazioni di equità. Queste ultime vengono prese in considerazione solo in relazione agli Obiettivi nazionali sul clima (Nationally Determined Contributions, o NDC) fissati dalla Svizzera, che non comprendono però alcuna quantificazione. Secondo la Corte europea dei diritti dell’uomo (Corte EDU), non è sufficiente basarsi sugli NDC per determinare la quota equa. Su questo aspetto, l’opinione della Corte EDU è stata confermata anche dal parere del luglio 2025 della Corte internazionale di giustizia sulle obbligazioni del diritto internazionale relative al cambiamento climatico. Anche quest’ultima sottolinea infatti che gli Stati devono fondare i propri NDC all’obiettivo globale di 1,5 °C.

•     La possibilità di adire le vie legali da parte di associazioni per affari riguardanti il clima, una delle esigenze sollevate dalla Corte EDU, resta da chiarire. L’ISDU sottolinea nella sua presa di posizione che i tribunali dovrebbero garantire direttamente l’accesso sulla base della giurisprudenza della Corte EDU, quando i criteri definiti nella sentenza «Anziane per il clima» risultano soddisfatti.

  1. Nella comunicazione di giugno 2025 sono stati adattati il periodo di riferimento e la quantità di emissioni calcolata, fissata a 0,62 Gt CO2eq per il periodo 2021–2025.

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